Anxi, Fujianwulong

Tè WūLóng, etimologia e perchè si chiamano proprio così. E il povero Cervo.

wulong Etymology

Piccolo Incipit
Scrivo questo post anche perchè la situazione sta diventando comica. E’ comico leggere appunti, post sulla storia della tè, sulla lavorazione
e altre stronzate simili fatte da copia e incolla da chissà dove.

Premesso che la definizione occidentale dei te WūLóng, ovvero tè blu non mi piace proprio, mi sembra troppo forzata, ho avuto il piacere di conoscere questa storiella
durante il mio soggiorno a Juyuan, Anxi County, per studiare a fondo le tecniche di produzione del Tiěguānyīn ((铁观音).
Chi mi segue, chi mi conosce sa che non amo le leggende cinesi relative al tè, tipo madre dell’imperatore che stava male, principessa che non poteva avere figli,
studenti poveri che salvano e varie madonne che bevendo il tè stanno meglio.
Ecco, questo genere di cose non mi piacciono proprio.
Mi piacciono invece le storielle che hanno un minimo (anche forzato) di fondamento, come quella relativa al Bi Luo Chun che in origine veniva chiamato Xià Shà Rén Xiāng (吓煞人香), una cosa tipo “Paurosa/mortale Fragranza “.

La storia, velocemente, parla di alcune ragazze,  o forse solo una, non ricordo, raccoglitrici di tè nei pressi del Lago DongTing.  Bene, queste ragazze dovevano essere molto, ma molto belle. Una volta, avendo i cesti pieni di foglie e dovendo continuare il raccolto si misero, posero,
conservarono alcune foglie nella veste, probabilmente all’altezza del seno, del petto.
I movimenti del corpo, del petto, il caldo, l’umidità effettivamente, oltre a fare felici i maliziosi contadini, o almeno i loro (zozzi) pensieri,  ebbero effetto sulle foglie fresche appena raccolte.
Ed effettivamente, anche se un po’particolare, questo è sempre un avvizzimento, un appassimento delle foglie, una fase “produttiva” del tè:  la foglia effettivamente appassisce, fanculo il modo 🙂
Fatto sta che dal corpo di queste giovani donne un profumo, un aroma diverso e magnifico “stordì” i vari contadini e lavoratori di tè,  i colleghi di quelle giovani fanciulle.
Poi, L’imperatore cambiò il nome in Bì luó chūn (碧螺春), ma questa è un’altra storia.
Ecco, per la categoria dei WūLóng (乌龙), per il nome, per il termine WūLóng accadde una cosa simile.
WūLóng in cinese vorrebbe dire Drago Nero. Una storia priva di fondamento ma molto carina racconta che il nome sarebbe dovuto al fatto  che le foglie, una volta aperte per via dell’infusione, prendessero la forma di Drago nero, forma simile alle effigi che i guerrieri tartari  erano soliti imprimere sui propri stivali.
Ma torniamo al racconto.

  • Periodo: Imperatore Yongzheng, Dinastia Qing (1723-1725).
  • Luogo: Nanyan, Anxi County. Fujian, Cina meridionale.
  • Personaggio Principale: SuLóng, contadino e cacciatore.
  • Protagonista: Cervo
  • Stagione: Primavera

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Sunong* era un contadino, cacciatore e coltivatore di tè nell’area di Nanyan, Contea di Anxi.
A causa delle sue frequenti attività all’aperto Su Nong era sempre abbronzato e soprattuto, molto valoroso.
Da qui il soprannome: Su si trasforma in Wū (nero, scuro) per via della carnagione e Lóng, Drago, per il valore ed il coraggio.
Un giorno di Primavera, Mister Su Nong, o meglio, Mr WūLóng andò a raccogliere delle foglie di Camelia in una foresta, bosco, piantagione.
Portò con sé anche un’arma, forse un arco, un fucile, una balestra, insomma un qualcosa di adatto nel caso avesse incontrato  qualche animale da cacciare.
Dopo aver riposto le foglie di tè fresche, appena raccolte nella sua borsa, di pelle (certo, di pelle) prese la via del ritorno, quando all’improvviso, vide ed inseguì un cervo.
L’inseguimento fu lungo, ma alla fine il cacciatore ebbe la meglio.
Si caricò l’animale sulle spalle e lo portò a casa. Ormai si era fatta sera.
La famiglia, comincio a cucinare e a prepare le carni dell’animale per la conservazione.
Presi dalle proteine, nessun componente del nucleo si ricordò di lavorare le foglie di tè,
che giacevano ancora all’interno della borsa di WūLóng. E rimasero così, tutta la notte.
Il mattino dopo WūLóng trovò le foglie, ovviamente ossidate e notò che (ancora ovviamente) i bordi, per effetto sia dello strofinamento avvenuto durante l’inseguimento e sia dell’avvizzimento/appassimento (Shài Qīng, 晒青) dovuto al tempo trascorso nella borsa, viravano sul rosso. E soprattutto, avevano un profumo diverso, un aroma meraviglioso.
Il gusto aveva perso quella astrigenza tipica dei tè verdi ed era fragrante, dolce.
In poche parole, il “vecchio” SuNong, ora WūLóng aveva dato le basi, aveva gettato le fondamenta dello Yáo Qīng (摇青).

Lo Yáo Qīng (摇青) rappresenta una delle fasi fondamentali nella produzione dei WūLóng. Le foglie vengono scosse,  smosse in modo leggero in ceste di bambù o in apposite macchine: in questo modo, oltre a rompere leggermente i margini,  l’acqua presente nello stelo e nel centro della foglia tende a distribuirsi su tutta la superficie della foglia.

Da un errore, ed ovviamente da successivi esperimenti ed  estenuanti prove, si era arrivati alla “creazione” di una nuova tipologia di tè.  i tè WūLóng, appunto. Tutto questo grazie alla Storia di SuNong e del povero cervo, che chissà, magari avrebbe preferito altro.

*in realtà non ho trovato niente sul nome SuNong, trovo sempre WūLóng. Preferisco però riportarla come mi è stata raccontata.
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